Il cyberbullismo, afferma la senatrice Elena Ferrara, prima firmataria del disegno di legge a prevenzione e contrasto è più pericoloso del bullismo tradizionale per una serie di ragioni. Non sempre la vittima sa chi è il vero responsabile delle condotte vessatorie, spesso celato da falsi profili che incoraggiano chi non vuole mostrarsi. La viralità del bullismo in Rete non ha limiti di tempo e di spazio: mentre nei casi tradizionali spesso è sufficiente cambiare scuola, la persecuzione online può raggiungere ovunque e a tutte le ore. E mentre le botte si vedono, spesso è difficile accorgersi del disagio che vive chi è vessato su Internet”.
“Il 50% dei ragazzi, continua la senatrice, che subisce fenomeni di cyberbullismo pensa di suicidarsi, mentre l’11% cerca di farlo. Sono dati drammatici, che sintetizzano le ragioni che ci confermano l’importanza di approvare un disegno di legge come quello in discussione”.
Con la proposta di legge si dà “al minore la possibilità – anche nell’età dai 14 ai 18 e senza l’intervento di un genitore – di segnalare ai titolari del trattamento dei dati o al gestore del sito internet la richiesta di rimozione, blocco, oscuramento di un contenuto che considera lesivo della sua dignità. Da quel momento in poi, chi ospita il contenuto ha 24 ore per accogliere la richiesta e 48 ore per procedere alla rimozione. In caso di inerzia ci si può allora rivolgere al Garante della Privacy, ma in questo caso assieme a un adulto. Inoltre è previsto che in presenza di reati non procedibili d’ufficio – a condizione che non vi sia querela – il bullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori e disporrà percorsi riparatori. Se l’ammonimento cade a vuoto, la pena viene aumentata. Poiché l’ammonito è minorenne, il questore lo convocherà insieme a un genitore”.
“I social media e le piattaforme saranno parte attiva del processo perché dovranno organizzarsi con strutture interne apposite per far fronte alle richieste di rimozione, come prevede l’articolo 3 della legge. Il percorso sarà condiviso, perché l’articolo 3 del ddl prevede l’insediamento di un tavolo interministeriale, coordinato dal Miur, che ha al suo interno anche gli operatori. Si tratterà di un gruppo di lavoro mirato proprio a redigere un documento di co-regolamentazione per individuare aspetti specifici”