La Garante per l’Infanzia e l’adolescenza , in occasione del Safer Internet Day invita a maggiore attenzione e informazione nell’approccio al web.
“I minori hanno bisogno di un accompagnamento a Internet corrispondente alla loro età, e ciò che vale per l’educazione in generale vale anche per l’educazione ai nuovi media: mantenete aperta la comunicazione con i vostri figli e figlie!”
I minori chattano, giocano, aprono blogs e creano websites; cercano informazioni e immagini e inviano foto proprie. La Garante per l’infanzia e l’adolescenza Paula Maria Ladstätter è convinta che “anche in Internet non sia possibile muoversi senza molta autoresponsabilità”. Se, infatti, i gestori delle website, sono responsabili di quanto in esse contenuto, spesso gli artefici sono difficilmente identificabili. Per questo, i genitori sono invitati ad attivarsi, ed essere in grado di navigare in Internet non è sinonimo di competenze nel settore dei media: Paula Maria Ladstätter invita i genitori ad aggiornarsi costantemente, parlare con i figli e le figlie dei pericoli della rete, installare programmi filtro della spam e informare la Polizia postale nel caso di websites con contenuti lesivi della dignità umana o razzisti.
Se il primo giorno dell’anno è dedicato da più di 60 anni alla Pace nel Mondo, il secondo giorno della seconda settimana del secondo mese è dedicato alla sicurezza in rete, con una giornata di sensibilizzazione a livello mondiale promossa 14 anni fa dall’Unione Europea. “Il “Safer Internet Day””, spiega la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Paula Maria Ladstätter, “è importante perché persone di tutte le età dovrebbero interrogarsi sulla sicurezza nella rete, e in particolare i genitori, chiamati ad accompagnare i loro figli e figlie in maniera sicura, anche a livello virtuale, nella loro infanzia e adolescenza”. Pur ribadendo l’art. 13 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, non si può derogare dal “rispetto delle altre persone, della loro dignità e della loro reputazione”.
Internet si sviluppa velocemente. “Nel mondo online l’anonimato è solo ipotetico”, spiega Paula Maria Ladstätter: “Le remore che si hanno nel trasmettere informazioni si riducono di molto, nella vita virtuale, rispetto alla vita reale, ed esse possono essere inviate in tutto il mondo in un secondo”. La frontiera tra legalità e illegalità si confonde, e i giovani spesso non sono consapevoli di pericoli come molestie, abusi, violazioni della sfera personale, della tutela dei dati e del diritto d’autore. La Garante cita poi il cyber mobbing, ovvero l’insieme di molestie, ingiurie, minacce, esclusioni e discriminazioni esercitate in maniera consapevole, mirata e ripetuta. Ladstätter conosce bene, dalla sua esperienza come Garante, casi di cybermobbing: bugie e imbrogli possono distruggere il futuro di un giovane, portando a isolamento, depressione, financo tendenze suicide. Un approccio competente è richiesto anche nel caso di giochi online: giocare troppo a lungo è spesso la causa di aggressività e dipendenza.
La Garante consiglia di interessarsi alle attività dei propri figli nel mondo virtuale e di farsi mostrare qualcosa, senza esprimere subito un giudizio. Sistemi di filtri o programmi anti-spam possono evitare la ricezione di pagine e mail con contenuti pornografici o violenti; è necessario poi informarsi su possibili imbrogli e cyber mobbing. Questi sistemi, tuttavia, non possono sostituire la responsabilità e il controllo dei genitori: “Essi rappresentano solo un supporto”, dice Ladstätter, che offre la sua consulenza in merito al nr. 0471.970615.
*Fonte: Estratto