(Fonte quotidianosanita.it)

“Sono in aumento nei giovani tra i 14 e i 18 anni disturbi quali ansia, depressione, insonnia e difficoltà cognitive a causa delle troppe ore trascorse davanti a smartphone e altri device: più di 6 ore al giorno”.

L’allarme è stato lanciato in occasione della quarta giornata del 22° Congresso nazionale della Società italiana di psicopatologia,  dal titolo “Progetto Promozione Salute Mentale 20.20. Psicopatologia: connessioni, culture, conflitti”, chiusosi ieri (24.02.2018).

Il 51% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni ha difficoltà a prendersi una pausa dalle nuove tecnologie tanto da arrivare a controllare in media lo smartphone 75 volte al giorno. Il 7% lo fa fino a 110 volte al giorno, secondo il sondaggio online condotto dall’Associazione Di.Te. (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo) su un campione di 500 persone di età compresa tra i 15 e i 50 anni. Ma a preoccupare psichiatri e neuropsichiatri infantili è un altro dato: fino al 13% degli adolescenti iperconnessi sono a rischio dipendenza patologica.

“I giovani 3.0 non riescono proprio a staccarsi da cellulari, tablet, pc, playstation e social media – afferma Giovanni Martinotti della Sopsi (Università di Chieti) – e il bisogno di controllare continuamente lo smartphone magari per chattare non li abbandona neppure di notte. Spesso rimangono svegli fino all’alba a parlare e giocare con gli amici, leggere notifiche e messaggi. Questi comportamenti vanno ad influenzare negativamente la qualità del sonno, con conseguenze nocive per l’organismo, soprattutto per lo sviluppo del cervello, ed interferiscono sulle attività quotidiane dei ragazzi. I quali si isolano dal resto del mondo, chiusi nella loro stanza, spesso arrivano a rifiutare la scuola e ogni contatto che non preveda l’uso mediato del mezzo tecnologico. Sono molto più impulsivi, meno creativi, meno empatici e meno capaci di gestire le emozioni all’interno delle relazioni. Hanno grande difficoltà a gestire la noia, orientati a condividere tutto e subito, senza pensare alle conseguenze che ricadranno su di sé né tantomeno sugli altri perché poco sensibili a “condividere”, paradossalmente, il dolore altrui”.

Gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni – aggiunge Francesca Pacitti dell’Università dell’Aquila – trascorrono in media 6,26 ore al giorno davanti ai loro strumenti tecnologici preferiti per studiare, giocare, lavorare e socializzare. Fino al 13% rischia depressione e ansia. I like e i commenti degli haters poi sono devastanti. Ma il problema non riguarda solo i giovanissimi. In un recente studio condotto nel 2017 su un campione di 300 studenti dell’Università dell’Aquila, nella fascia di età 18-25 anni, è emerso che il 6 per cento ha un rapporto patologico con internet, in particolare i maschi” (fonte horsemoonpost.com)

“Ci si ammala tutti ma per motivi diversi. Giovani e giovanissimi perché cresce l’esposizione ai fattori di rischio legati alle dipendenze da sostanze, ma anche dalla tecnologia, aumentando così il rischio di suicidio in età sempre più precoce” (quotidianosanita.it)

Informazioni su Cyberbullismo

Il Centro Nazionale di Documentazione e Ricerca Educativa sul Cyberbullismo (CE.N.D.R.E.CY) ha compiti di ricerca, monitoraggio, documentazione, sperimentazione e formazione in campo psicoeducativo riguardo ai temi del bullismo online, della violazione della privacy e della tutela dei dati personali, stimolando lo scambio e la collaborazione tra studiosi ed enti che condividono la mission.

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