Dall’abstract della ricerca condotta su 135 studenti dai prof. Erik Peper, Richard Harvey Erik Peper, pubblicata sulla rivista NeuroRegulation leggiamo:

“La dipendenza digitale è definita dall’American Society for Addiction Medicine (ASAM) e  dall’American Psychiatric Association (APA) come “… una malattia cronica primaria della ricompensa cerebrale, della motivazione, della memoria e dei circuiti correlati. La disfunzione in questi circuiti porta a caratteristiche manifestazioni biologiche, psicologiche, sociali e spirituali. Ciò si riflette in un individuo che insegue  patologicamente la ricompensa e / o sollievo dall’uso di sostanze e altri comportamenti … “con esempi come giochi su Internet o comportamenti simili. I sintomi della dipendenza digitale come l’aumento della solitudine (chiamato anche “phoneliness”), l’ansia e la depressione sono stati osservati in un campione di studenti universitari che hanno completato un sondaggio sull’uso degli smartphone durante e fuori la classe”.

“Nella nostra ricerca, precisano i ricercatori,  gli studenti che usano il telefono (compulsivamente e con frequenza importante) presenta livelli significativamente più alti di isolamento / solitudine, depressione e ansia di quelli che usano meno il loro telefono” .
ed ancora:

«La dipendenza dall’uso di smartphone inizia a formare connessioni neurologiche nel cervello in modo simile a quelle che si sviluppano in coloro acquisiscono una dipendenza da farmaci oppioidi per alleviare il dolore»

Gli studiosi “Weinstein e Lejoyeux (2015) dichiarano: l’uso eccessivo di giochi su Internet è stato dimostrato associato ad una anormale attivazione neurobiologica  dei meccanismi nella corteccia orbitofrontale (OFC),  striato e regioni sensoriali, che sono  implicato nel controllo degli impulsi, nell’elaborazione della ricompensa,  e  rappresentazione somatica del precedente  esperienze in uno studio di misurazione regionale  tassi metabolici cerebrali di glucosio in positrone  tomografia ad emissione (PET) in condizioni normali e  utenti di giochi Internet eccessivi”.
L’obbligo continuo a controllare lo smartphone, con livelli anche molto alti d’ansia, attingono gli stessi percorsi neuronali che ci avvisano di un pericolo imminente. «Ora siamo dirottati, spiega E. Peper, dagli stessi meccanismi che una volta ci proteggevano, verso le informazioni più banali».

La persona che usa la tecnologia digitale in maniera compulsiva e continua (“digital addict” – dipendenza digitale), “impegna quasi tutta la sua attenziono sul controllo delle notifiche e sull’utilizzo delle apps digitali e, qualora gli venissero a mancare, manifesterebbe i tipici sintomi da astinenza. È stato infatti dimostrato che la tecnologia digitale stimola i centri di ricompensa del cervello, i quali rilasciano dopamina, oppiacei e sostanze neurochimiche” (fonte: diariodelweb.it)

La persona che soffre di dipendenza dallo smartphone (nomofobia) rimane in maniera costante e continua in uno stato di allarme, senza che vi sia un reale pericolo. Tutto ciò, a lungo andare, potrebbe generare serie problematiche di salute (psicologiche e comportamentali), tuttavia spiegano ancora i ricercatori la soluzione non è difficile, «così come possiamo metterci a dieta, possiamo allenarci ad essere meno dipendenti dai dispositivi».

 

 

Informazioni su Cyberbullismo

Il Centro Nazionale di Documentazione e Ricerca Educativa sul Cyberbullismo (CE.N.D.R.E.CY) ha compiti di ricerca, monitoraggio, documentazione, sperimentazione e formazione in campo psicoeducativo riguardo ai temi del bullismo online, della violazione della privacy e della tutela dei dati personali, stimolando lo scambio e la collaborazione tra studiosi ed enti che condividono la mission.

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