(Fonte – www.rai.it)

Il sondaggio anonimo realizzato da “Osservare Oltre”’ (Associazione Nazionale Presidi ed eTutorweb) per il Tg3 su 7896 preadolescenti (10-14 anni) ,fotografa una situazione preoccupante fatta di regole inapplicate, di autorizzazioni inconsapevoli e di #profilazioni vietate e/o non volute ( la normativa vigente: per utilizzare i social network bisogna avere almeno 14 anni, tra i tredici ed i 14 è possibile farlo, ma con la supervisione dei genitori. Sotto i 13 anni è semplicemente vietato usare Facebook, Instagram, Twitter, WhatsApp, ecc.
La profilazione dei minori, vietata fino ai 14 anni.
A questo si aggiunge la “sottovalutazione del cyberbullismo: il cyberbullismo. “Leggendo i dati del sondaggio, la percezione è che il fenomeno non sia ben compreso, così, se il 73% dei ragazzi intervistati ritiene che essere presi in giro sui social non sia da sfigati, poi il 67% dichiara di divertirsi a guardare video in cui uno sfigato viene preso in giro” (fonte rai.it).
Il sondaggio rileva un altro dato legato alla “distribuzione” geografica dei fenomeni oggetto d’indagine.
“I ragazzi del Nord Est sono quelli più esposti a insidie e molestie, le loro risposte sono abbondantemente sopra la media nazionale riguardo la visione di contenuti proibiti o disturbanti e sono quelli che più di altri segnalano di essere stati contattati da adulti sui social.
A Nord Est i ragazzi ‘influenzati’, nel centro Italia pochi ‘like’ ma molti al Sud.
I ragazzi del Nord Est sono anche quelli che più degli altri si lasciano influenzare dai social per la scelta dei prodotti da chiedere ai genitori. Quelli del Nord Ovest invece, sono quelli che meno condividono le loro esperienze sui social con i genitori e che meno degli altri cliccano sulle pubblicità o rispondono ai sondaggi.
Al Centro i ragazzi sono meno sensibili ai like sui propri post e sono quelli che, più degli altri, dichiarano di utilizzare internet per lo studio. I ragazzi del Sud sono quelli più sensibili ai like ed alle indicazioni che arrivano dai social network, quelli delle isole quelli che meno chiedono prodotti indicati dai social, ma che più degli altri possiedono profili autonomi e denunciano di essere stati presi in giro sui social network.”